Fin dall'anno ... (la nostra storia)
Il VOLO LIBERO BERGAMO è basato a Palazzago (Bergamo) e ha origini antiche, anzi remote. Addirittura si perdono nella notte dei tempi.
Se nelle caverne dei primitivi abitanti delle pendici della Roncola non abbiamo rinvenuto tracce di pitture rupestri celebranti il volo libero, è solo perchè non abbiamo cercato bene, non dico le pitture, ma neppure le caverne.
Al contrario, abbiamo incontrato un sacco di primitivi, soprattutto in volo ...
In epoche più recenti Leonardo da Vinci era nostro socio quando inventò le prime macchine volanti, mentre Lindberg telefonò alla nonna di Noemi, istruttrice dell'allora scuola Explorer, oggi Aero Club Lombardia che collabora con il club, prima di decollare per la celebre transvolata atlantica. Infatti sarebbe dovuto atterrare a Palazzago, ma poi il pilota americano si fermò a Parigi perché da noi pioveva.
Nel 1974 il pioniere Fausto, con uno sparuto gruppo di ardimentosi brigava già in deltaplano con decollo da Valcava o dalla Roncola e atterraggio ad Ubiale Clanezzo. Fu pure il primo di noi a volare in parapendio. Se non è archeologia questa ...
Ci chiamavamo allora Delta Club Bergamo. Non si rilevano tracce circa l'anno di fondazione, ma di certo il 16 maggio del 1980 prezioso atto notarile testimonia la nascita di un non meglio identificato Delta Club Prealpi Orobiche che raccoglieva piloti di mezza bergamasca. Pertanto, o questo non c'entra nulla con il nostro club, oppure il notaio si è sbagliato nello stendere l'atto, non nell'esigere il saldo della parcella.
Da qui all'odierno VOlo Libero Bergamo (VLB) il passo è breve, ancorchè piuttosto oscuro, e di certo in mezzo a tanto baillame di sigle è facile confondersi. Quindi dimenticatele tutte, eccetto quest'ultima.
Ancora negli anni 80 sono segnalati voli con mezzi primitivi, non propriamente in pelli di animali: roba da 9 o 10 cassoni al massimo, qualche stecca per i delta. Notevoli i disguidi con i cacciatori della zona che, in caso di abbattimento, pretendevano venisse loro assegnata la preda.
La storia del VLB si intreccia fatalmente con quella della scuola.
Codesta dapprima fu una scuola itinerante, una specie di tribù di zingari del cielo e pure della terra, visto che gli addestramenti avvenivano a Desenzano, o dove capitava, e i voli alti in Roncola o all'Aprica.
Alla luce di tale ipotesi, possiamo affermare che i padrini del club, insieme a Fausto, furono Graziano ed Archimede, cioè i primi istruttori di volo libero che nel comprensorio della Roncola posero alcuni decolli stabili per i suddetti zingari, ma si dimenticarono degli atterraggi. Infatti dei piloti di allora non è rimasta traccia; probabilmente sono ancora in volo.
In seguito Archimede, diretto discendente del grande matematico che per primo constatò come "... il quadrato costruito sulla ipotenusa di un deltaplano fosse uguale alla somma dei quadrati costruiti sui cateti ..." - peccato che i deltaplani non sono triangoli rettangoli! - fu poi sostiutito da Noemi che prese le sue veci non come padrino e neppure come matematico, bensì come istruttore. Il più contento fu Graziano, e non solo per questioni di volo.
Il volo libero esplose ovunque negli anni 90, quando la sicurezza dei mezzi raggiunse livelli impensabili fino a pochi anni prima. Le fila del nostro club si sono ingrossate in quella circostanza, raccogliendo i piloti che la scuola via via brevettava e possiamo garantire che raccogliere dei piloti in un club è cosa davvero ardua, molto ardua.
Non vogliamo in questo contesto fare la cronaca noiosa di nomi e eventi, o sterili elencazioni di date, anche perchè, se ricordiamo perfettamente gli uni soprattutto quando li abbiamo vissuti in prima persona, di certo nessuno ha preso nota delle altre. Comunque la nostra storia continua incessante da ormai 30 anni e oltre, seguendo il naturale divenire delle cose tra voli, zingarate, racconti e discussioni, in atterraggio o aspettando il decollo tra vele e deltaplani o ai tavoli della trattoria Ca' Sabì, il nostro tradizionale punto di ritrovo a Palazzago. In questi anni sono passate decine di allievi, diventati piloti, molti ancora con la nostra tessera in tasca, altri andati via per altri voli, quelli che la vita ci propone. Il tutto in un ambiente quanto meno poliedrico che raccoglie persone d'ogni estrazione, età, aspettative, tutte con inesauribile passione di vedere il mondo dall'alto, di andare a toccare le nuvole, di librarsi leggeri in aria, senza rumore, senza motori, in allegra compagnia.
Il VLB non ha rimpianti per il passato, nostalgia quanto basta, ma solo per l'avvenire, e continua il suo lungo volo su valli e pendii. Probabilmente il volo in se stesso non ha una fine e forse neppure un inizio. Sappiamo che ci piace volare.
Bene. Ora immagino che poco o nulla avrete capito da questa storia del Volo Libero Bergamo. Consolatevi: dalle narrazioni spezzonate e spesso contradditorie raccolte tra i testimoni delle epoche passate e i protagonisti del presente anche lo scrivente autore di questa storia si è fatto poche idee, ma in compenso ben confuse.
D'altra parte io non c'ero nella preistoria ...
Gustavo Vitali